Disregolazione e neurosviluppo
Disregolazione delle funzioni di base. Le funzioni di base si fondano su meccanismi che coinvolgono diversi sistemi: network cerebrali, neurotrasmettitori, ormoni, segnali immunitari, e altri ancora.
Se ci sono state difficoltà o problematiche durante il neurosviluppo, alcuni di questi meccanismi possono assumere configurazioni e modalità atipiche.
La disregolazione di queste funzioni – come sonno, appetito, tono posturale, integrazione sensoriale, ecc. – è tipicamente presente nei diversi disturbi del neurosviluppo. In realtà può comparire anche in molte altre problematiche come disturbi d’ansia, umore, disturbo post-traumatico da stress e disturbi psicosomatici.
In entrambi i casi si instaura sempre un meccanismo di feedback negativo. Indipendentemente dall’origine di queste modificazioni delle funzioni di base (come fatica ad addormentarsi, iper-reattività a suoni o luci, movimenti scoordinati, ecc.), le alterazioni che ne conseguono rinforzano il problema principale e ne ostacolano il miglioramento.
I disturbi del neurosviluppo
A partire dagli anni ‘60, è stata documentata una crescente diffusione delle disabilità infantili, dovuta all’aumento della prevalenza di condizioni mentali e comportamentali come il Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) e la Sindrome di Tourette (TS).
L’ASD, l’ADHD e la TS condividono caratteristiche e disturbi comuni:
- dello sviluppo generale
- della comunicazione e del linguaggio
- dell’interrelazione sociale
- della coordinazione motoria
- dell’attenzione
- dell’attività
- del comportamento
- dell’umore
- del sonno
In passato ASD, ADHD e TS erano considerati diversi l’uno dall’altro.
Solo recentemente sono stati raggruppati nell’unica categoria diagnostica dei disturbi del neurosviluppo (NDD), a causa della sostanziale sovrapposizione non solo a livello clinico, ma anche a livello neurobiologico.
Secondo l’ipotesi del gradiente di sviluppo neurologico, quanto più precoce è l’età di insorgenza e quanto maggiore è la gravità e la persistenza della compromissione psicopatologica, cognitiva, genetica e sensomotoria, tanto maggiore è la compromissione complessiva del neurosviluppo.
Percezione e sensorialità
L’elaborazione delle informazioni provenienti dai sistemi sensoriali di base influenza significativamente lo sviluppo e la realizzazione delle capacità di un bambino. Una disfunzione nell’elaborazione degli stimoli sensoriali può modificare sensibilmente i modelli comportamentali, cognitivi ed emotivi di bambini e adulti.
Il processamento sensoriale delle informazioni che arrivano attraverso i 5 sensi, così come di quelle interne attraverso i processi interocettivi, ha un ruolo fondamentale nel riportare in fisiologia i processi di auto-regolazione, dalle risposte di adattamento di base, alle risposte emotive fino alla regolazione interpersonale più raffinata.
L’iper-sensibilità sensoriale è legata a diversi aspetti.
Un fattore cardine è quello dell’infiammazione neurale. Stress, traumi, esperienze avverse infantili (i cosiddetti ACEs) e alterazione del neurosviluppo creano un’iper-reattività del sistema nervoso.
L’infiammazione neurale è tecnicamente la stessa infiammazione del sistema immunitario. Si tratta di meccanismi di adattamento evolutivamente correlati: in natura, quando si scappa o si combatte, il sistema immunitario si attiva preventivamente in vista di graffi, ferite, ecc. e il sistema nervoso si attiva per gestire il pericolo al meglio.
I due sistemi comunicano e si influenzano a vicenda attraverso gli assi dello stress e, in questo modo, influiscono su qualsiasi funzione.
Ci sono anche altri aspetti da considerare, come può essere un disguido nelle fasi di pruning (l’eliminazione delle reti neurali non più necessarie), durante lo sviluppo del sistema nervoso, che porta ad avere non solo delle reti neurali più sensibili, ma anche più ampie e dense e, quindi, più reattive.
Postura e sensorialità: disregolazione motoria e sensomotoria
La disregolazione motoria è caratteristica fondamentale dell’ASD (ad esempio i movimenti stereotipati), dell’ADHD (ad es. iperattività) e della TS (ad es. i tic) e si è ipotizzato che rappresenti un dominio trans-diagnostico che condivide meccanismi neurobiologici legati al neurosviluppo.
Le difficoltà motorie, soprattutto nel dominio della coordinazione, sono state segnalate anche nei bambini a sviluppo tipico, riflettendo potenzialmente tratti di sviluppo potenzialmente reversibili in base all’età.
Tuttavia, la loro persistenza nella tarda infanzia suggerisce un’integrazione sensoriale disturbata, che influisce sulla sequenza di atti motori complessi e sembra essere correlata a scarse prestazioni cognitive nel predire la manifestazione di un NDD.
Un’anomala reattività sensoriale, come visto in precedenza per altri aspetti, è implicata nello sviluppo neurologico atipico, indipendentemente dalle difficoltà motorie concomitanti.
Le evidenze della ricerca indicano che il feedback sensoriale e il movimento sono intrinsecamente connessi.
Una varietà di informazioni sensoriali provenienti dall’ambiente deve essere integrata per pianificare ed eseguire il movimento in modo efficace.
Disregolazione sensomotoria nei disturbi del neurosviluppo
Gli studi condotti nell’ultimo decennio hanno dimostrato il contributo di un’integrazione sensomotoria alterata nei NDD e in molte altre problematiche.
La disregolazione sensomotoria nei soggetti affetti da disturbi del neurosviluppo e da altre patologie dello sviluppo influenza il controllo posturale in condizioni sia statiche che dinamiche.
L’equilibrio in piedi richiede la capacità di integrare gli input sensoriali provenienti dai sistemi visivo, somatosensoriale e vestibolare.
L’elaborazione vestibolare è modellata in funzione del contesto durante i comportamenti riflessi e i comportamenti volontari più complessi.
Pertanto, i disturbi dell’integrazione multisensoriale da parte del cervello possono disturbare il controllo accurato del comportamento nella vita quotidiana, compresi la postura e l’equilibrio.
Al di là dei meccanismi sottostanti, nella pratica quotidiana si può notare facilmente che gli individui con NDD mostrano una ridotta capacità di mantenere la stabilità posturale e altre attività motorie fine o più ampie (ad esempio, dal disegno al camminare).
La disregolazione del sonno
I disturbi del sonno nei bambini con disturbi del neurosviluppo (NDD) sono estremamente diffusi. Durano comunemente fino all’adolescenza e all’età adulta e sono inclusi nei criteri diagnostici di molti NDD.
Fino ad alcuni anni fa era comune considerare i ritmi circadiani non allineati (ad es. disregolazione negli orari di sonno-veglia e nel modo di nutrirsi) come conseguenza di cattive abitudini o come sintomi di NDD, ansia, stress o PTSD.
Negli ultimi anni si è scoperto che questi fattori possono rappresentare, un elemento di partenza di tale disregolazione, ma che esiste anche un interessante meccanismo inverso.
Ovvero, ritmi circadiani disregolati possono creare e sostenere condizioni mentali disfunzionali e patologie fisiche anche piuttosto gravi.
Ridare un ordine e riportare in fisiologia tali ritmi, mentre in passato veniva considerato come un effetto da ottenere secondariamente curando l’ansia o il PTSD, diventa oggi una strategia primaria da attuare subito, un prerequisito che permette un intervento più rapido ed efficace.
Come recuperare un corretto ciclo sonno-veglia
Per favorire il recupero dei corretti cicli sonno-veglia possiamo attuare alcuni utili accorgimenti e utilizzare strumenti specifici. Il primo accorgimento consiste nell’invitare le persone a coricarsi sempre un po’ prima, anche solo mezz’ora rispetto alle loro abitudini.
Possono anche non addormentarsi, ma cominciano a far riposare un po’ il corpo e ad abituarlo gradualmente a nuovi orari e modalità. Di settimana in settimana si potrà anticipare sempre più, avvicinandosi a un orario ottimale (tra le 20 e le 23) compatibilmente con i propri impegni lavorativi e familiari.
D’altra parte è fondamentale evitare attività sportive impegnative dopo le 18. Possibilmente andrebbe ridotta anche l’attività lavorativa e cognitivamente impegnativa dopo cena, anche se spesso è purtroppo una necessità comune dei tempi moderni.
Un altro aspetto importante riguarda i dispositivi elettronici (cellulare, tablet, computer, televisione), che emettono una luce fortemente sbilanciata verso il blu.
Una specifica frequenza di queste luci blu emesse dai dispositivi tecnologici attiva direttamente il nucleo soprachiasmatico. Attraverso una serie di passaggi, arriva ad alterare la produzione di melatonina, con le relative ricadute negative sul nostro sonno.
Questa luce blu, è problematica anche per la vista, tanto che i produttori sono stati obbligati a introdurre le funzioni modalità notturna o night shift.
Attivando queste modalità lo schermo riduce le luci blu e aumenta i toni arancioni. Il risultato è assolutamente piacevole e problematico solo se di lavoro si usano colori precisi al computer.
Conclusione
Nella pratica, parallelamente al proprio intervento psicoterapico, è fondamentale agire dando informazioni chiare sia al paziente che eventualmente ai famigliari, per aiutarli sviluppare un livello di comprensione reale di quello che sta accadendo e delle successive proposte terapeutiche o di consigli organizzativi.
Inoltre è utile fornire esercizi specifici e proposte concrete per impostare abitudini di vita, strategie di gestione, modalità organizzative e altri consigli pratici per supportare i bambini e le loro famiglie nelle sfide quotidiane.
Parallelamente all'intervento psicoterapico, è fondamentale agire dando informazioni chiare al paziente e ai famigliari. Inoltre è utile fornire esercizi specifici e proposte pratiche per supportare i bambini e le loro famiglie | #ECM Share on XArticolo tratto dalla lezione a cura del Dr. F. Sinibaldi del Corso ECM Psicologia Informazione
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